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NEWS DELLA SETTIMANA: Coronavirus: I bond che scommettono sulla pandemia – Bernie Sanders fatto fuori in una settimana – Cosa vuole Erdogan dall’Europa? – La strana “pace” fra USA e Talebani.
(Anche se in questo video parliamo di coronavirus, mantenete la separazione: i commenti sul coronavirus vanno nell'articolo precedente. Qui gli altri argomenti - Grazie).
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di Federico Povoleri
Nel disastro mediatico, politico e sociale a cui stiamo assistendo in questi mesi di emergenza per la presunta pandemia del misterioso virus covid-19, possiamo, tra le incertezze e le supposizioni, trovare alcune conferme.
Ci siamo resi conto tutti di avere un’informazione schizofrenica, priva di fatti e di dati oggettivi che ci impediscono di formulare qualsiasi assunto realistico rispetto a questa situazione:
- Il virus è ingegnerizzato, no non lo è, viene dagli animali.
- E' pericoloso, no è poco più di un’influenza.
- Causa morti, no i morti avevano patologie gravi pregresse.
- Gli animali domestici non sono pericolosi, si c’è un sospetto su un cane.
- Isoliamo tutto e tutti, no ci sono eccezioni.
- Il virus arriva dalla Cina, no in Italia è autoctono.
- Il contagiato è positivo, no si è negativizzato… Si potrebbe continuare ma mi fermo qui.
Una autentica fiera del surreale che ci garantisce un’unica certezza: di questa epidemia non sappiamo nulla e non ci viene detto nulla. Potrebbe essere la peggiore minaccia affrontata dall’umanità nel perfetto stile di un film hollywoodiano, ma anche la più grande fake news mai inventata dopo l’ultima di cui abbiamo notizia sulle armi di distruzione di massa in Iraq.
Mentre Sanders e Biden si spartiscono i delegati per la nomination, c’è un’altra candidata democratica che è stata completamente ignorata dai media americani: la deputata delle Hawaii Tulsi Gabbard. Corre su una piattaforma anti-interventista e anti-imperialista che naturalmente l’ha subito esclusa dal grande circuito del dibattito nazionale. Pochi americani la conoscono, ancora meno sanno che è candidata per la nomination democratica. Questa è la domanda che la Gabbard ha posto al presidente Trump e a tutti gli altri candidati democratici riguardo al comportamento ambiguo degli USA verso i cosiddetti ribelli della Siria. Ribelli che la stessa Gabbard non esita a chiamare con il giusto nome.
Nei giorni scorsi, Stefano Montanari ha fatti una intervista con Roberta Doricchi sul coronavirus. Ma quando Montanari l’ha pubblicata sul suo sito, il medesimo è stato hackerato (il post è scomparso e il sito è andato in blocco, senza motivo apparente). Dopo aver ottenuto lo sblocco dal provider, Montanari l’ha pubblicata di nuovo, ma il sito è stato nuovamente bloccato. Nel frattempo l’intervista è stata ripresa da diversi siti, per cui circola comunque in rete. La ripubblichiamo anche noi, per dargli ancora maggiore visibilità.
Roberta Doricchi – In questo periodo che fa tanto peste manzoniana credo sia impossibile non parlare del Coronavirus.
Stefano Montanari – Io non sono un virologo…
RD – Ma qualcosa sa.
SM – Vede, io sono fuori moda. Lo sono perché ciò che so fa parte della conoscenza basata sulla fisica, sulla chimica, sulla fisiologia, sulla farmacologia, sulla biologia… In più, so quello che ho imparato da quasi mezzo secolo di ricerca personale. Niente a che fare con quello che oggi viene spacciato come scienza.
RD – Mi dia un’opinione su questa epidemia.
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Coronavirus: effetto panico - Il nodo Siria-Russia-Turchia - Il piano per uccidere Assange - Netanyahu approfitta della situazione
di CORVELVA
Negli ultimi giorni si sentiva la mancanza di qualche inutile e faziosa provocazione. Soprattutto si sentiva la mancanza del clima di odio “contro qualcuno”, così alcuni giornalisti "di talento" hanno pensato bene di rinfocolare una vecchia ma sempre ugualmente utile polemica: quella che vede protagonisti i “no-vax”.
Ebbene, succede che dinanzi alla grande psicosi (perlopiù mediatica) che da qualche giorno attanaglia il nostro Paese, alcuni geniali personaggi abbiano avvertito la mancanza dei “no-vax”, o meglio della tanto cara - a loro - polemica, sfornando articoli vari del tipo “Quanto fa rumore il silenzio No vax” - “Dove sono finiti i No-vax?” E via dicendo.
Sorvoliamo (si fa per dire) sulla totale idiozia di tirare in ballo la questione relativa all’obbligo delle vaccinazioni durante un’epidemia causata da un virus che vaccino non ha. Facciamo garbatamente presente che coloro che questi signori definiscono “No-vax” sono cittadini come tutti gli altri, che lavorano, pagano le tasse, contribuiscono alla vita sociale economica e politica del Paese, e che sono contrari all’imposizione di obblighi vaccinali (e sanitari in genere). E dove siamo?
Siamo qui, esattamente dove prima, ad assistere ad uno dei peggiori spettacoli che la politica italiana abbia offerto da lungo tempo a questa parte.
Roberto Quaglia fa il punto della situazione sul coronavirus, dopo una settimana in cui in Italia non si parla d'altro.
Fonte PandoraTV
In questi giorni di panico generalizzato si parla molto dell’influenza che ha la televisione sui nostri comportamenti. È evidente a tutti che se in televisione si parla insistentemente di un certo argomento, quello diventa automaticamente l’argomento più importante nella mente dei cittadini.
Se in televisione si parla costantemente di virus, di contagio e di persone in quarantena, è chiaro che la gente corre dappertutto a cercare mascherine e saccheggia i supermercati per prepararsi ad una eventuale prigionia in casa propria.
Una riprova di questo la si può avere facendo un semplice “test al contrario”: fino alla scorsa settimana, i telegiornali ci martellavano il cervello con le crisi isteriche di Renzi. Renzi era dappertutto: esco dal governo, non esco dal governo, faccio la crisi, faccio soltanto mezza crisi, ne parlo ma non la faccio, eccetera eccetera. E naturalmente gli italiani si preoccupavano di quello: oh Dio, Renzi farà la crisi? Renzi non la farà? Renzi la farà solo metà? Ora che è arrivato il coronavirus, Renzi ha perso le prime pagine dei telegiornali, e di colpo il problema non esiste più. (Almeno un piccolo regalo questo coronavirus ce l’ha fatto).
Questa è la dimostrazione palese che sono loro a decidere di cosa dobbiamo preoccuparci e di cosa no. Giustamente, qualcuno li chiama “i padroni del discorso”.
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