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E’ probabile che la data del 2 gennaio 2020 sia destinata a passare alla storia come la data in cui gli Stati Uniti diedero inizio ad una folle escalation in Medio Oriente, che porterà prima o poi ad una guerra con l’Iran. E se comunque questo non accadrà, sarà solo perchè l’Iran avrà saputo resistere alla tentazione di cadere nel tranello.
Non è infatti concepibile ammazzare un generale iraniano, braccio destro di Khamenei e seconda persona più importante in Iran, con la semplice scusa che "stava mettendo a punto attacchi contro diplomatici americani e personale in servizio in Iraq e nell'area", senza aspettarsi una ritorsione altrettanto grave e irreparabile.
Provate a capovolgere la situazione, ed immaginate che un drone iraniano uccida il direttore della CIA a Baghdad, con la semplice scusa che “stava organizzando un attacco contro diplomatici iraniani”. Si scatenerebbe il finimondo, sarebbe guerra immediata.
di Simone Lombardini per MePiù
Mohamed Konarè, nella sua ultima intervista su MePiù che ho avuto il privilegio di ascoltare in anteprima, ha descritto le sorti della sua gente con una immagine particolarmente vivida. “L’Africa e i popoli che la abitano, vivono oggi nel più grande Lager a cielo aperto che la storia abbia mai conosciuto”. Tutte le principali potenze economiche della Terra, Francia, Inghilterra, USA, Cina, India guardano all’Africa come un semplice deposito di materie prime da depredare. Nessuna di queste potenze è interessata alle sorti del miliardo di persone che vive in quelle terre.
Mawuna Remarque Koutonin, uno dei più noti blogger africani, denuncia che “Quattordici paesi africani sono obbligati dalla Francia, attraverso il patto coloniale, a collocare le loro riserve presso la Banca di Francia, sotto il controllo del Ministero delle Finanze francese, Il Togo e altri 13 paesi africani devono ancora pagare il debito coloniale alla Francia. I dirigenti africani che rifiutano sono uccisi o cadono vittime di un colpo di stato. Quelli che obbediscono sono sostenuti e ricompensati dalla Francia, con uno stile di vita sontuoso, mentre le loro popolazioni restano nella miseria e nella disperazione”1. Il debito coloniale sarebbe il debito che la Francia ha addossato alle sue ex-colonie per farsi “restituire” i “vantaggi” della colonizzazione.
Conte aveva detto che sarebbe stato “un anno meraviglioso”. Forse lo è stato per lui, che è riuscito a diventare primo ministro per due volte nell'arco di pochi mesi. Ma per il resto, si fatica veramente a vedere qualcosa di positivo nell’anno che è appena trascorso.
A livello nazionale, il fatto più eclatante è stato certamente la caduta verticale del Movimento Cinque Stelle. Non è questa la sede per mettersi ad analizzare le colpe specifiche e le responsabilità di un disastro così spaventoso, ma resta il fatto che il partito di Di Maio e Beppe Grillo è riuscito a dissipare nell’arco di soli 18 mesi un capitale elettorale prezioso, in una situazione sicuramente irripetibile. Io non so dire con certezza se questa caduta verticale sia stata voluta da qualcuno in particolare, oppure sia stata semplicemente il risultato di una pessima gestione ai vertici del movimento. Ma resta il fatto che una marea enorme di elettori - la cosiddetta base grillina - è rimasta profondamente e irreversibilmente delusa da questo disastro.
di Pietro Agriesti
Lo Stato sin dalla sua nascita si è posto il problema di fare i cittadini e la società, e man mano si è impegnato a fare la lingua, la storia, la religione, la cultura, la famiglia, l’economia, la moneta, la sessualità, ecc.
Tutte queste cose si sono sviluppate prima e a prescindere dallo Stato contemporaneo, come istituzioni spontanee, rispondenti a delle esigenze che precedono gli Stati. Hanno avuto una loro naturale evoluzione, cambiando moltissimo secondo i tempi e i luoghi.
Tutte queste cose sono state poste dallo Stato sotto il suo dominio. E il suo impegno è stato quello di cambiarle secondo le sue esigenze. Ma le esigenze di uno Stato non sono quelle dell’insieme delle persone che vivono e usano queste cose. In genere quando ci si riferisce al libero mercato e alla pianificazione statale si pensa immediatamente all’economia. A questo proposito scrivevo tempo fa che:
“Il libero mercato risponde ai bisogni e ai desideri delle persone che ne fanno parte semplicemente perché ognuno è libero di esercitarli quotidianamente; il che è esattamente ciò che la pianificazione economica e l’intervento statale contrastano. In un’economia libera ogni persona è libera di scegliere se e cosa studiare, che lavoro fare, come spendere i propri soldi, come investire i propri risparmi, dove abitare, come organizzare la propria vita. Ogni persona è libera di lavorare o non lavorare, di assumere e di licenziare, di cambiare lavoro, di cercare di mettersi in proprio, di costituire una società, di consumare o risparmiare, di investire o meno, di donare tutto ciò che vuole a chi le pare, di prestare e di prendere a prestito, e così via. La libertà di tutti gli attori coinvolti fa sì che il sistema risponda ai bisogni e ai desideri delle persone che ne fanno parte, ma è ovviamente in contraddizione con la pianificazione e con l’esercizio del potere politico.”
Le news della settimana: Trump chiede alla FED di stampare soldi – Erdogan e il sogno neo-ottomano – Gli USA vogliono uscire dal trattato Open Skies – I 5 Stelle “si dimenticano” di Assange
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Al Signor Ministro degli Esteri della Repubblica Italiana, Luigi Di Maio. (
E, per conoscenza, al Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella. (https://servizi.quirinale.it/webmail/)
Siamo certi che lei non ignori in quale situazione di pericolo, per la propria incolumità fisica e mentale, si trovi Julian Assange, attualmente in detenzione in un carcere britannico. Non è cittadino italiano e neppure europeo. Ma ha il merito di avere rivelato al mondo, cioè a noi, e anche a lei, “di che lacrime gronda e di che sangue” lo scettro di chi, ormai da decenni, ci comanda. Ora Assange rischia di essere consegnato — in oltraggio alle norme e ai dettati dell’Europa e della Dichiarazione Universale dei diritti umani — alla cosiddetta “giustizia” statunitense. Egli dovrebbe, al contrario, essere insignito delle più alte onorificenze, anche di quelle dello Stato italiano, per i suoi meriti professionali, di giornalista, e umani.
“La Medicina che vorrei. Personalizzata, integrata e umanizzata” . È questo il titolo dell'ultimo libro del dottor Roberto Gava (1) che, dopo quarant'anni di pratica medica, riflette sulla malattia, sui trattamenti medici e sulla crisi della figura del Medico. Lo abbiamo intervistato per approfondire con lui i contenuti e gli obiettivi di questo testo.
Che cosa si intende per Medicina “personalizzata, integrata e umanizzata”?
Al di fuori di una vera emergenza sanitaria pubblica (che da noi non esiste), l’obiettivo principale di ogni trattamento medico, preventivo o curativo, dovrebbe essere sempre la sua personalizzazione, per adattarlo alle soggettive caratteristiche fisiopatologiche, nutrizionali, familiari, sociali e ambientali di ogni individuo. La ricerca medica più moderna va in questa direzione: si punta alla personalizzazione della terapia e si cercano i farmaci più efficaci per la singola persona, ad esempio anche in base ai suoi caratteri genomici. Quindi ritengo che oggi non si debba usare alcun trattamento che non sia stato preventivamente personalizzato. Infatti, se è vero che ogni uomo è unico e diverso dagli altri e che le cause delle malattie sono personali (oggi più che mai sembra che le cause prime delle patologie siano prevalentemente psichiche e quindi molto personali), mi sembra ovvio che anche la terapia debba essere personalizzata!
Anche l'integrazione, a mio avviso, oggi dovrebbe essere obbligatoria data la complessità delle patologie attuali che stanno diventando sempre più croniche. Una patologia diventa cronica quando noi non la sappiamo guarire e la trattiamo con i farmaci chimici che in realtà sarebbero adatti solo per la cura delle patologie acute (cioè per trattamenti brevi) o per la cura delle patologie irreversibili. Usare cronicamente un farmaco significa causare effetti indesiderati e quindi nuove patologie. Allora penso che i medici dovrebbero umilmente aprirsi ad altri approcci terapeutici, sia antichi (come quelli della Medicina Tradizionale Cinese), o un po’ datati (come l’Omeopatia) o moderni (come per esempio quelli della Medicina Quantistica e delle tecniche di Biorisonanza). In questo modo si potrebbero ridurre drasticamente l’uso e l’abuso dei farmaci (che sono la terza causa di morte nei Paesi industrializzati!) e si potrebbe anche risparmiare molto denaro pubblico.
Qualche giorno fa Claudio Messora ha chiesto ad amici e collaboratori di mandargli un lista con tre doni che ciascuno di noi vorrebbe da Babbo Natale. Io ho mandato questa:
Io a Babbo Natale vorrei chiedere tre cose, semplici semplici. Mi accontento. La prima è che mi piacerebbe che venisse fuori un partito che rappresenta veramente le esigenze dei cittadini. Ma veramente, non solo a parole. Pensate che bello, avere al governo qualcuno che si preoccupa veramente della nostra salute collettiva. Qualcuno ad esempio che applichi il principio di precauzione, e imponga alle varie società di telefonia di presentare delle ricerche scientifiche serie, che dimostrino che il 5G non è dannoso per gli esseri viventi. Invece di fare come ha fatto di Maio, che ha regalato in fretta e furia le licenze alle società di telefonia senza richiedere prima questi dati scientifici, pur di portare a casa qualche miliardo per il suo governo.
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