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Puntata di contro tv del 21 nov. 2019
di Federico Giovannini
Molto spesso alle conferenze di coloro che cercano di darci una visione (aimè sovente sconfortante) del mondo, nei luoghi anche virtuali dove si dibatte dei problemi del nostro sociale, rivolgiamo sempre la solita domanda: Cosa fare? (in questo scenario, in questa situazione, ecc.).
Attualmente una delle risposte più sensate è quella della difesa del proprio territorio. Giulietto Chiesa prendeva come emblematica la difesa dei valsusini del loro territorio contro quell’opera devastante per loro terra che è la TAV. Man mano, grazie anche ai contribuiti di altri autori, si è capito che “il territorio” deve essere considerato in senso allargato e quindi il territorio diventa un concetto più esteso rispetto alla semplice idea di luogo fisico e si parla quindi della difesa della salute, la difesa dei propri pensieri (e quindi dell’istruzione) e della difesa anche di quella che è la nostra esistenza in uno spazio tutto nuovo e privo ancora di regole minimamente eque e democratiche che è il cyberspazio.
Solo per definire quello che è un concetto ancora poco messo a fuoco: il fatto che passiamo buona parte del nostro tempo a scrivere, mandare foto, relazionarci, lavorare sulla rete internet automaticamente rende tale “luogo” un posto da difendere dagli attacchi ormai sempre meno sottili e sempre più brutali del “sistema” (spesso viene definito così questa dittatura dell’élite dominanti che ormai domina incontrastata il mondo).
La difesa del territorio tuttavia, anche in senso lato, non è sufficiente a delineare con chiarezza la linea di condotta necessaria, occorre approfondire il “perché” e il “come”, in quanto non sono affatto cose scontate.
Cosa significa esattamente “difendere” il proprio territorio reale o virtuale che sia? Difendere la propria salute? Difendere i propri pensieri?
Risposta al recente "sfogo" di Mentana sulle pagine di Facebook.
Le proteste di strada divampano ovunque nel mondo. In Francia i Gilet Gialli continuano imperterriti a distruggere tutto quello che trovano. A Hong-Kong i manifestanti continuano a combattere armati di arco e frecce, contro i proiettili della polizia sparati anche ad altezza uomo. In Iran la gente scende in strada e protesta per il caro-prezzi. In Cile continuano le manifestazioni di piazza contro il governo. La stessa cosa accade il Libano. In Bolivia i sostenitori di Morales scendono in strada contro il colpo di stato.
Ma c’è una cosa che accomuna tutte queste situazioni: la totale sordità dei rispettivi governi alle proteste popolari.
In fondo, se il suo popolo protesta, un buon governante dovrebbe prendere atto dei problemi che vengono denunciati, e cercare di porvi rimedio. Invece sembra che ci sia quasi una forma di cinismo di fronte a queste manifestazioni di piazza: è come se i governanti si limitassero a dire “lasciamoli sfogare, prima o poi si stancheranno e torneranno a casa”.
Prof. Pietro Melis
Lei pensa che soltanto il nazismo abbia ucciso gli ebrei. Lei continua a girare promuovendo la sua memoria, dicendo che non può perdonare ma non odia. Io al suo posto per essere coerente non perdonerei e odierei.
Lei dice di essere non credente ma mi fa pensare ad una famosa e utopica frase di Gesù: io vi dico di amare anche i vostri nemici. Ma abbia il coraggio di dire la verità, che oggi in Italia l'odio viene seminato dalla sinistra da cui lei si fa strumentalizzare come una marionetta con la propaganda di false accuse di razzismo alla destra.
E poi legga o ripassi la storia per evitare che gli ebrei pretendano di essere l'ombelico dell'universo, come se la storia non fosse contrassegnata da stragi.
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Fin dal giorno in cui Trump è stato eletto presidente, la poderosa macchina del Deep State (C.I.A., FBI, democratici guerrafondai, NSA, Pentagono ecc.) si è messa in moto per cercare di detronizzarlo. Prima ci hanno provato inventandosi il Russiagate, nel quale si accusava Trump di avere in qualche modo usufruito della collaborazione russa per battere Hillary Clinton. E quando l’indagine del procuratore Muller si è conclusa con un niente di fatto, si sono messi immediatamente cercare la prossima scusa per riuscire a distruggere il loro avversario politico.
L’immunità di gregge non esiste – Attivissimo contestato a scuola – Pietro Capalbo: Medicina ambientale, elettrosmog e medicina quantistica.
di Bet17
Uno studio della Shanghai Jiao Tong University School of Medicine ha tentato di esplorare le alterazioni dell'attività cerebrale allo stato di riposo associate alle attività di Gioco su Internet come presunta causa della dipendenza.
Dopo la verifica dell’università Cinese, Pechino, in questi giorni, ha addirittura deciso di emettere un avviso per la “prevenzione dell’abbandono dei minori ai giochi online" pubblicando sei linee guida da adottare (anche drastiche) e informando, tra le altre cose, le case produttrici di videogiochi di mettere a punto regole e contenuti che non creino dipendenza nell’utenza minorile, pena la loro messa al bando.
Sotto inserisco per il lettore alcune delle misure già adottate in Cina negli ultimi anni contenute nel sito governativo ufficiale Cinese e tradotte tramite Google Translator (così evitiamo interpretazioni della stampa occidentale che travisa sempre tutto):
Dott. Fabio Franchi
Le paradossali novità su autismo (ASD), morte improvvisa dell’infante (SIDS), disturbi del neurosviluppo.
Già ampie ed innumerevoli discussioni si sono accavallate nel tempo, perciò ripeto l’essenziale.
La posizione degli esperti è conosciuta: “il problema c’è, ma le cause non sono ben chiare. Genetiche? Ambientali? Entrambe? Multiple? Boh! L’unica cosa sicura è che certe “pratiche” non sono assolutamente coinvolte: questo è garantito al limone!
Molti altri invece ci vedono una correlazione temporale statistica, tanto il fenomeno è vasto ed in crescita. Alessia Alessia ha raccolto un numero considerevole di disperate testimonianze al riguardo. Quindi tutti sono concordi nel ritenere che il problema sociale ci sia e sia grosso. Riguarda le nuove generazioni mentre quelle passate ne erano quasi esentate.
In USA le statistiche sull'autismo sono impressionanti (nel 2016 1 su 36 ragazzi). Le avevo riportate qui. Nel 2008, sempre in USA, i disturbi del neurosviluppo erano 1 su 6 studenti, anche quelli in crescita.
E in Italia?
Leggi tutto: Commenti liberi 23 nov. 2019