Ormai il Fatto Quotidiano si è ridotto alla stregua di un qualunque sito di debunking.
Il debunker, per definizione, si occupa di tranquillizzare la popolazione. A lui non interessano le argomentazioni, non gli interessano gli approfondimenti, non gli interessa la verità. A lui interessa soltanto trovare la formula magica che annulli di volta in volta l’effetto potenzialmente devastante di una certa notizia, qualunque essa sia.
Il debunker è sempre dalla parte del potere, per definizione. Il debunker è sempre, per definizione, dalla parte della versione ufficiale, che tende a riconfermare il pensiero unico e ad escludere qualunque ipotesi alternativa, che possa essere destabilizzante per lo status quo.
Ed è esattamente quello che stanno facendo al Fatto Quotidiano sulla questione covid.
Con questo articolo rispondo alla “lettera aperta” che mi è stata indirizzata alcuni giorni fa dal Terracina Social Forum.
La prima considerazione da fare è che la lettera aperta è un formato che si utilizza di solito come “ricatto benevolo” nei confronti del destinatario, in modo da costringerlo a rispondere pubblicamente. Marco Villa, il responsabile di TSF, mi conosce da tempo, e ha tutti i miei contatti personali. Avrebbe potuto tranquillamente scrivermi in privato, discutendo con me personalmente della sua iniziativa. Invece ha scelto la strada più “rumorosa”, e quindi non mi resta che rispondergli pubblicamente. (Fra l’altro, anche strategicamente, è poco saggio discutere in pubblico di iniziative del genere, prima che siano eventualmente pronte ad essere attivate. Non ci vuole un genio per capirne il motivo).
Ma è soprattutto l’impostazione della lettera, fin dall’inizio, che ritengo sbagliata.
Nei giorni scorsi il Terracina Social Forum ha pubblicato questa “Lettera aperta a Massimo Mazzucco”. Ve la ripropongo qui, perchè vorrei sapere cosa ne pensate della loro “proposta operativa”.
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Recentemente Massimo Mazzucco ha lanciato una simpatica iniziativa, denominata “Guinzaglio d’oro 2020”.
Noi del Terracina Social Forum, però, riteniamo l’iniziativa insufficiente.
Se ci si vuole limitare a giocare, il “Guinzaglio d’oro” va benissimo, ma se si vuole provare ad incidere seriamente sulla realtà, la strategia a nostro avviso dovrebbe essere un’altra.
“Ve lo dico come ungherese, come ebreo, come artista e come filosofo.
Gli uomini vogliono anche sognare. Hanno bisogno dei loro sogni.
Ebbene noi fabbricheremo sogni, sogni in serie, sogni divertenti che costano poco”
Adolph Zukor, fondatore della Paramount
di Marcello Pamio
Dagli albori della cinematografia e quindi dai “sogni divertenti” di Adolph Zukor, siamo passati agli incubi e ai futuri osceni dell’odierna produzione. Non è a caso infatti secondo Marilyn Monroe: “Hollywood è un posto dove per un bacio ti pagano mille dollari e per l’anima cinquanta centesimi”. Il cinema non è nato solo per intrattenere le masse facendole divertire, ma per spacciare sogni, ideali, per creare e modellare la realtà a piacimento dei produttori! La vera natura l’ha descritta magistralmente Francis Ford Coppola: “Hollywood è Wall Street”.
L’Alta Finanza (nelle mani del popolo eletto) è la proprietaria di Hollywood e sceglie attraverso i suoi fiduciari i soggetti dei film! Quindi il cinema è la fucina dei grandi cambiamenti antropologici del mondo, al quale bisogna aggiungere la televisione, che oggi ha certamente surclassato la pellicola raggiungendo miliardi di persone… Va assolutamente compreso che i film e le serie televisive hanno un contenuto ideologico che varia a seconda del momento storico e a seconda del messaggio che serve veicolare: il messaggio che i produttori vogliono che passi!
Per esempio tutti i film sulla Seconda Guerra Mondiale mostrano ovviamente gli alleati buoni e gli avversari cattivi, mentre quelli di fantascienza ci stanno lentamente a spizzichi e bocconi abituando ad un futuro ben preciso...
Intervista a Federico Povoleri (Musicband), regista e scrittore. Uno sguardo sul mondo dei messaggi subliminali.
di Greegan
Purtroppo il 99% degli iscritti a Facebook, circa 2 miliardi di persone, non legge il documento/pagina del data policy (politica dei dati)
Facebook data policy: https://www.facebook.com/privacy/explanation
Se lo facesse, capirebbe che Facebook non è altro che uno schedario in cui ogni individuo decide, spontaneamente e di propria volontà, di iscriversi ed accettare che i propri dati sensibili siano utilizzati per svariate finalità tra cui anche iniziative di marketing. Si tratta di un enorme database, ovvero archivio digitale, in cui l’iscritto può compilare il proprio profilo (profile direbbero i criminologi) esplicitando i propri gusti, desideri, preferenze, inserendo anche le foto delle proprie vacanze e familiari, dei posti preferiti, ramificando le proprie amicizie (contatti) e ciliegina sulla torta: inserire anche una bella foto di se stessi…E la schedatura è completata!
Non dimentichiamo poi che WhatsApp e Instagram appartengono a Facebook, e anche lì noi diamo il telefono, l’album fotografico e il proprio profilo. Anche se l’utente “decide” di rendere il proprio profilo privato e condividerlo solo con chi desidera, non significa che NESSUNO possa accedere ai suoi dati.
Abbiamo provato un nuovo formato, nel quale gli utenti possono intervenire direttamente e parlare di un argomento che gli sta a cuore. Diteci cosa ne pensate. In questa puntata: Marco: per una moneta locale - Giuseppe: guida scuolabus - Francesco: la Spagna peggio dell'Italia - Luca: fibromialgia, questa sconosciuta.
La morte di Giulietto Chiesa ci ha sconvolti e ha mutato significativamente il quadro della nostra collaborazione, che era da lui profondamente ispirata e che, senza di lui, non ha più senso; del resto, voleva, sopra ogni altra cosa, che fossimo liberi, perciò la redazione tutta ha deciso di intraprendere un nuovo percorso, pur nel solco tracciato dai suoi insegnamenti e dal suo impegno, che abbiamo sempre condiviso profondamente.
Margherita Furlan, Michele Manfrin, Jeff Hoffman, Francesco Bombino, Massimiliano Gionti, Cristina Palma, Velimir Tomovic, Roberto Germano, Berenice Galli, Maristella Miatello, Vladislav Gavriuscev.
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