Se volete farlo girare, questo è il link da utilizzare: https://www.youtube.com/watch?v=ITC4pHZv2T8
Questo è il link da far girare: youtu.be/mvDrRYvqBfo Grazie
di Federico Povoleri
Nel disastro mediatico, politico e sociale a cui stiamo assistendo in questi mesi di emergenza per la presunta pandemia del misterioso virus covid-19, possiamo, tra le incertezze e le supposizioni, trovare alcune conferme.
Ci siamo resi conto tutti di avere un’informazione schizofrenica, priva di fatti e di dati oggettivi che ci impediscono di formulare qualsiasi assunto realistico rispetto a questa situazione:
- Il virus è ingegnerizzato, no non lo è, viene dagli animali.
- E' pericoloso, no è poco più di un’influenza.
- Causa morti, no i morti avevano patologie gravi pregresse.
- Gli animali domestici non sono pericolosi, si c’è un sospetto su un cane.
- Isoliamo tutto e tutti, no ci sono eccezioni.
- Il virus arriva dalla Cina, no in Italia è autoctono.
- Il contagiato è positivo, no si è negativizzato… Si potrebbe continuare ma mi fermo qui.
Una autentica fiera del surreale che ci garantisce un’unica certezza: di questa epidemia non sappiamo nulla e non ci viene detto nulla. Potrebbe essere la peggiore minaccia affrontata dall’umanità nel perfetto stile di un film hollywoodiano, ma anche la più grande fake news mai inventata dopo l’ultima di cui abbiamo notizia sulle armi di distruzione di massa in Iraq.
In questi giorni di panico generalizzato si parla molto dell’influenza che ha la televisione sui nostri comportamenti. È evidente a tutti che se in televisione si parla insistentemente di un certo argomento, quello diventa automaticamente l’argomento più importante nella mente dei cittadini.
Se in televisione si parla costantemente di virus, di contagio e di persone in quarantena, è chiaro che la gente corre dappertutto a cercare mascherine e saccheggia i supermercati per prepararsi ad una eventuale prigionia in casa propria.
Una riprova di questo la si può avere facendo un semplice “test al contrario”: fino alla scorsa settimana, i telegiornali ci martellavano il cervello con le crisi isteriche di Renzi. Renzi era dappertutto: esco dal governo, non esco dal governo, faccio la crisi, faccio soltanto mezza crisi, ne parlo ma non la faccio, eccetera eccetera. E naturalmente gli italiani si preoccupavano di quello: oh Dio, Renzi farà la crisi? Renzi non la farà? Renzi la farà solo metà? Ora che è arrivato il coronavirus, Renzi ha perso le prime pagine dei telegiornali, e di colpo il problema non esiste più. (Almeno un piccolo regalo questo coronavirus ce l’ha fatto).
Questa è la dimostrazione palese che sono loro a decidere di cosa dobbiamo preoccuparci e di cosa no. Giustamente, qualcuno li chiama “i padroni del discorso”.
Fake News, Disinformazione e il Nuovo Ministero della Veritá
di Federico Nicola Pecchini
Sono tempi difficili per la veritá. Offesa, derisa e bistrattata da ogni parte sembra ormai irriconoscibile. Non è un caso che molti sociologi si siano affrettati a designare quella in corso come l’era della post-veritá.
Giá a partire dal secolo scorso, le élite intellettuali d’occidente si sono cimentate in una vera e propria demolizione controllata della veritá. Heisenberg, con il principio di indeterminazione, e prima ancora Einstein, con la teoria della relativitá, ne avevano ribaltato le fondamenta ontologiche. Nel dopoguerra è stato il turno di decostruzionismo, postmodernismo e relativismo, correnti che hanno contribuito a minarne le basi epistemologiche. Il risultato oggi è di un nichilismo dilagante. La veritá (e quindi i valori) non esistono piú. Esistono solo interpretazioni, punti di vista. E nessuno di essi puó considerarsi privilegiato o migliore degli altri. Siamo perció costretti alla dittatura dell’opinione, dove l’unica cosa che conta è l’opinione della maggioranza. Non era forse questo il senso della democrazia? Ma in fondo la questione è molto piú antica. Mi torna in mente Ponzio Pilato: “Che cos’è la veritá?” - aveva chiesto a Gesú il governatore, con una punta di sarcasmo, prima di rivolgersi alla folla inferocita.
Senza impantanarci nel magma filosofico, torniamo ad oggi.
In questa intervista Luca Teodori, segretario del Movimento 3V, racconta cosa gli è successo durante una tribuna politica della RAI. Teodori racconta anche il tradimento della Lega sulla questione vaccini in Emilia-Romagna. Dall'intervista scopriamo come il Movimento 3V non sia solo un movimento contro l'obbligo vaccinale, ma abbia uno spettro di proposte molto più ampio. Pubblicato su contro.tv il 15 gen. 2020.
Il sospetto che lo “shadow banning” fosse in funzione sulle grande piattaforme social (Youtube, Facebook, Twitter) era diffuso già da tempo. Diversi personaggi “scomodi” – tipicamente coloro che operano nella controinformazione – da mesi si vanno lamentando nel vedere le proprie visualizzazioni diminuire, invece di aumentare. E’ una cosa che io stesso sto sperimentando sulla mia pelle. Gli iscritti al canale YouTube aumentano, ma ogni volta che pubblico qualcosa le visualizzazioni diminuiscono. Idem per Facebook: nell’arco di pochi mesi la mia pagina è passata da 20 a 50.000 iscritti, ma le persone che vengono raggiunte dai miei post paradossalmente sono diminuite. La stessa cosa accade a Claudio Messora, a Giulietto Chiesa, a Fabio Frabetti e – presumo – a molti altri che si occupano di controinformazione.
Si chiama, appunto, “shadow banning”, ovvero “una messa al bando che avviene nell’ombra”, che non è palese. Con gli algoritmi oggi si può fare di tutto.
Lunedì sera è successo un fatto molto grave. Durante la trasmissione di Byoblu “TgTalk”, Claudio Messora ha mandato in onda una clip con delle dichiarazioni di Prodi rilasciate alla Annunziata in una vecchia trasmissione della RAI. E subito dopo la pubblicazione in rete, il video di Byoblu è stato rimosso “per violazione dei diritti d’autore” (della RAI). Byoblu è quindi stato costretto a rimuovere l’intervista di Prodi per poter ripubblicare la trasmissione su youtube. (Se guardate al minuto 16.18 vedrete che c’è un salto, nel quale manca l’intervista di Prodi).
Questo apre una discussione enorme, che riguarda i diritti d’autore di qualcosa che dovrebbe essere di tutti noi.
Risposta al recente "sfogo" di Mentana sulle pagine di Facebook.
di Bet17
Uno studio della Shanghai Jiao Tong University School of Medicine ha tentato di esplorare le alterazioni dell'attività cerebrale allo stato di riposo associate alle attività di Gioco su Internet come presunta causa della dipendenza.
Dopo la verifica dell’università Cinese, Pechino, in questi giorni, ha addirittura deciso di emettere un avviso per la “prevenzione dell’abbandono dei minori ai giochi online" pubblicando sei linee guida da adottare (anche drastiche) e informando, tra le altre cose, le case produttrici di videogiochi di mettere a punto regole e contenuti che non creino dipendenza nell’utenza minorile, pena la loro messa al bando.
Sotto inserisco per il lettore alcune delle misure già adottate in Cina negli ultimi anni contenute nel sito governativo ufficiale Cinese e tradotte tramite Google Translator (così evitiamo interpretazioni della stampa occidentale che travisa sempre tutto):
Il deputato di Italia Viva, Luigi Marattin, ha lanciato la proposta di “schedare” tutti gli utenti dei social più importanti, da Facebook a Twitter a Instagram, tramite l’upload di un documento di identità per ciascun account esistente. In proposito Marattin ha scritto: “Proponiamo che anche i social network, per legge ed avvalendosi di autorità terze, possano esser messi nelle condizioni di garantire che ad un account corrisponda un nome ed un cognome di una persona reale, eventualmente rintracciabile in caso di violazioni di legge.”
Marattin propone di lasciare comunque agli utenti la possibilità di utilizzare un nickname, ma vorrebbe che ad ogni account potesse corrispondere una persona fisica, in modo da poter risalire a quest’ultima in caso di violazione della legge.
In altre parole, Marattin vorrebbe spostare la responsabilità oggettiva, che ora è a carico della piattaforma social, a responsabilità soggettiva dell’utente specifico.