Se c'è qualcuno che ancora non ha capito quale sia l'importanza del cosiddetto "media news cycle", ovvero il ciclo giornaliero delle news americane, vorrei offrirgli questa breve riflessione.
Io per abitudine guardo la CNN almeno un'ora al giorno. Nell'arco di quell'ora, infatti, mi rendo conto di quale sia il ciclo particolare delle news di quel giorno (dopo un'ora le notizie cominciano a ripetersi, e a meno di eventi eccezionali non cambiano più fino al giorno dopo). Partiamo quindi dal clamoroso scoop del Washington Post, che lo scorso venerdì (7 ottobre) ha reso pubblico il video del 2005 nel quale Donald Trump si vantava di poter fare alle donne tutto quello che vuole, "perché tanto lui è famoso".
Non appena compresa l'importanza della notizia Trump è corso ai ripari, e nel giro di 8 ore (venerdì sera) ha pubblicato su Facebook un video nel quale "si scusava" per quelle dichiarazioni, giustificandosi con il fatto che "però Bill Clinton ne racconta di molto peggio, quando andiamo insieme a giocare a golf".
Il sabato mediatico è quindi trascorso a decidere se le scuse di Trump fossero sufficienti (e sincere), oppure no. Poi c'è stato il confronto diretto con la Clinton, domenica sera, e l'argomento ha occupato una sana mezz'ora del dibattito a reti unificate.
E' da quando esiste la stampa che esistono gli spin-doctor. Uno dei primi casi noti alla storia fu quello dell'editore Hearst (il personaggio interpretato da Orson Welles in "Quarto potere"), che all'inizio del novecento invase il mercato con i suoi tabloid, riuscendo a condizionare vistosamente la politica estera americana. (Fu Hearst, ad esempio, a raccontare agli americani la vicenda falsata dell'affondamento del Maine, episodio che diede poi origine alla guerra ispano-americana di fine secolo).
Dare lo spin ad una notizia significa, letteralmente, "farla girare" in un certo modo, piuttosto che in un altro. Mostrarne cioè alcuni aspetti, che favoriscono la nostra posizione, nascondendone altri, che invece la indeboliscono.
Fino a ieri gli spin-doctor avevano tutto il tempo di percepire la notizia, di "interpretarla" a proprio piacimento, per poi incanalare il proprio giudizio sui media mainstream. E tempo che la notizia arrivava al grande pubblico, lo spin era già stato applicato, con tutta la sua potenza devastante. Al pubblico non restava che subirne le conseguenze.
Ma oggi non è più così, perché oggi lo spin avviene in tempo reale, tramite i social media, da persona a persona. [...]
Discutendo con gli utenti sulla sua pagina di Facebook, Enrico Mentana ha coniato il neologismo webete, e ora tutti ne parlano.
L'episodio viene così raccontato da La Stampa: "Nel rispondere all’ennesimo sconosciuto che lo contestava polemizzando sugli immigrati che stanno negli hotel di lusso mentre i terremotati dormono in tendopoli, il Direttore ha toccato un nuovo apice e coniato un’offesa che dimostra come la lingua, usata da chi ne è maestro, è ancora una spada efficacissima. «Mi stavo giusto chiedendo se sarebbe spuntato fuori un altro così decerebrato da pensare e poi scrivere una simile idiozia», commenta il giornalista. «Lei pensa che il prossimo le sia simile. Ma non c’è distanza maggiore che tra il virtuoso e il virtuale: eppure per lei se uno non grufola contro gli invasori è un fake. Lei è un webete»."
Fin qui i fatti. Ora però si pongono alcune domande: in base a che cosa Mentana ha deciso che "l'ennesino sconosciuto" si sbagli nel preoccuparsi per la fine che faranno i soldi destinati ai terremotati? Solo per il fatto che lui è "conosciuto", vuole dire che ha già ragione in partenza? O forse Mentana è in grado di dare garanzie personali su come verranno usati i soldi per i terremotati?
Sei anni di carcere per i cittadini, i blogger e le testate che pubblichino anche una sola informazione in grado di violare i dati personali o di ledere l’onore e la reputazione di qualsiasi soggetto, con confisca del telefono, del computer e rimozione del contenuto obbligatoria. È questa la novità di agosto (in realtà del 27 luglio) della proposta di legge C 3139 (prima firmataria la senatrice Dem Elena Ferrara), che, con l’accordo di tutte le forze politiche, eccetto alcuni parlamentari di opposizione che ne hanno contestato l’applicazione, verrà votato dalla Camera a partire dal 12 settembre prossimo.
La norma che dovrebbe occuparsi di cyberbullismo, quindi teoricamente di tutela del minore, transitando alla Camera, con i relatori Dem Micaela Campana e Paolo Beni è divenuta, con i profondi ritocchi dei relatori e della Commissione riunite Giustizia e Affari sociali, una vera e propria norma ammazza web, che riguarda anche e soprattutto ogni maggiorenne che si affaccia alla rete internet.
E sì, perché diversamente dalla disposizione originaria approvata anche dal Senato, che era incentrata principalmente sulla tutela del minore, il testo uscito il 27 luglio, è stato completamente stravolto, divenendo una norma repressiva sul web a tutti gli effetti.
Ma quante cose interessanti stanno succedendo, dopo lo shock della Brexit. Una delle più interessanti è che di colpo i giornalisti europei hanno scoperto quale possa essere l'effetto negativo delle bugie.
Ad esempio, i giornali inglesi hanno lamentato la falsa promessa di Boris Johnson che, in caso di vittoria del sì, il numero di immigrati presenti in Gran Bretagna si sarebbe ridotto di 350.000 unità. Cifra assolutamente campata in aria, ovviamente, che ora viene usata per accusare il vincitore Johnson di "aver mentito alla nazione".
Un'altra accusa viene rivolta all'altro vincitore del referendum, Nigel Farage, il quale avrebbe falsamente promesso che i soldi che la Gran Bretagna versava all'Unione Europea verranno ora investiti nel servizio sanitario nazionale. Ora Farage fa retromarcia, e viene accusato di aver mentito alla nazione.
di Il Proiezionista
Apes Revolution - Il pianeta delle scimmie (Dawn of the Planet of the Apes - 2014)
GIUDIZIO: Imbarazzante
In due parole: Tripudio del surrealismo e del trash nonsense. Dialoghi esilaranti che sembrano scritti da Mel Brooks su una sceneggiatura composta da spezzoni casuali estratti a sorte con i dadi.
RECENSIONE
Una serie di notiziari e una carellata su Google Earth ci informano che un virus nato in laboratorio da un farmaco testato sulle scimmie ha praticamente decimato l'umanità.
Pioggia battente nel bosco, un primissimo piano della scimmiesca espressione renziana dopo che finalmente gli è stato consegnato uno scatolone di avvisi di garanzia.
Carellata indietro, era soltanto un sogno, la scimmia non è Renzi, è una vera scimmia (che poi è la stessa cosa) e sembra incazzata.
Volando tra gli alberi come Tarzan, arriva un'altra scimmia che alza una mano, sottotitolo: “Cesare”, poi indica un punto, altro sottotitolo: “Sono vicini”. Cesare fa un gesto con il braccio che a casa mia vuol dire: “andiamo”, ma viene tradotto con: “Koba” (il luogotenente di Cesare).
Sembra che qualcosa stia cambiando nell'atteggiamento del mainstream: Giulietto Chiesa intervistato - per la prima volta - senza contraddittorio.
La trasmissione rivela anche il meccanismo spudorarto con cui le lobby cercano di condizionare il voto degli europarlamentari.
Fonte Pandora TV
di Andrea Zennaro
(Avviso per coloro che non hanno letto il libro o visto la miniserie: contiene spoiler).
Dopo aver visto la miniserie 11.22.63 tratta dall'omonimo libro di Stephen King del 2011, che avevo letto alla sua uscita, mi sono tornati alla mente dei pensieri 'complottistici' inerenti al metodo di veicolare messaggi alle masse. La raffinatissima manipolazione mediatica attuata dai canali mainstream contemporanei per consolidare versioni ufficiali istituzionalizzate, che stanno in piedi su di un filo molto sottile, si insinua in modo subdolo per indottrinare le nuove generazioni.
Partiamo innanzitutto dal romanzo pseudo-fantascientifico di Stephen King basato sulla semplice idea di far viaggiare un uomo indietro nel tempo per impedire l'omicidio di John Fitzgerald Kennedy: l'idea è presa di sana pianta da un episodio della prima stagione della nuova serie de "Ai confini della realtà" (The Twilight Zone [1]) datata 1985. Nell'episodio in questione dal titolo "Dallas, novembre 1963" (Profile in Silver [2]), il professore di storia Joseph Fitzgerald, lontano parente del presidente e proveniente da duecento anni nel futuro, salva Kennedy: come nel romanzo di King, oltre al canovaccio molto simile del viaggio nel tempo e del protagonista professore, vi sono similitudini anche nelle conseguenze al mancato omicidio che portano ad un paradosso temporale che crea un continuum distopico apocalittico [3].
La miniserie televisiva 11.22.63, andata in onda negli Stati Uniti nel febbraio 2016 e prodotta da J.J. Abrams, non si discosta di molto dalla storia del libro:
14 anni fa, quando iniziai ad interessarmi dell'11 settembre, trovai una fotografia delle Torri Gemelle che esplodevano, con il grande fungo di cemento che si proiettava verso il cielo. Io vi aggiunsi la scritta "Crolli, o demolizioni controllate?", e la spedii all'unico sito italiano che ero riuscito a trovare in rete che si occupasse di informazione alternativa.
Il sito in questione si chiamava ComeDonChisciotte.
Loro pubblicarono la mia fotografia, e a commento della mia immagine scrissero: "Esclusiva dall'America!" L'articolo "fece un botto", nel senso che le letture quadruplicarono di colpo: pensate, da un centinaio di letture circa schizzarono improvvisamente ad oltre 400! Fu un'emozione per tutti.
Da quel giorno, come tutti sappiamo, molta acqua è passata sotto i ponti. I siti di controinformazione si sono moltiplicati, e anche l'utenza è cresciuta in modo esponenziale. Ma ComeDonChisciotte è sempre rimasto in prima fila, continuando a crescere fino a diventare quello che è oggi: un punto di riferimento fisso, assolutamente irrinunciabile, per moltissimi utenti che amano informarsi sulla rete.
E la notizia che abbia deciso di chiudere, giustamente, ha scatenato stupore e tristezza fra i suoi moltissimi estimatori.
Vorrei proporre una specie di sondaggio fra i nostri utenti, che risponda alla seguente domanda: come è possibile, oggi, che le più importanti voci della controinformazione uniscano le loro forze in qualcosa di comune, pur restando libere ed indipendenti, in modo da riuscire ad avere un sostanziale impatto mediatico anche a livello mainstream?
In altre parole: esiste una formula - un software, una piattaforma, o anche una semplice idea redazionale - che permetta a tutte queste voci di confluire in un unico torrente, con un forte impatto sociale, pur mantenendo intatte le caratteristiche peculiari di ciascuno?
(Ovviamente, il grosso problema da risolvere è quello della non-centralizzazione: centralizzando la direzione, infatti, si andrebbe inevitabilmente incontro a problemi di gerarchia, conflitti personali, competizioni e gelosie, che condannerebbero l'esperimento ad una durata molto breve).
Grazie a chi vorrà dare il proprio contributo.
M.M.
de "Il Proiezionista"
Sopravvissuto - The Martian (The Martian 2015)
In due parole: spot pubblicitario della Nasa spacciato per film e tenuto assieme da una sceneggiatura di rara, monumentale idiozia, incomprensibilmente approvato da tutti: pubblico medio, bimbetti e critica smaliziata.
Recensione
"Buongiorno, sono Ridley Scott e ho un'idea fantastica per un nuovo film..."
"Ehmmm! Ci perdoni ma abbiamo un appuntamento con il commercialista."
"Ma sono quello che ha fatto Alien e Blade Runner..."
"Si, ma sei anche quello che ci ha rifilato Soldato Jane, Black Hawk Down, Exodus, Prometeus, Le Crociate Etc. Etc. Su Ebay avresti un feedback pari a 2 vendite autentiche contro 8 bidoni."
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